I gatti sono da sempre fonte di fascino e superstizione per l’umanità, ma la maggior parte della ricerca condotta su queste creature enigmatiche ha ruotato prevalentemente attorno alle loro interazioni con gli esseri umani. Anche se il processo di addomesticamento ha trasformato i gatti domestici, rendendoli distinti dai parenti selvatici, una cosa importante è spesso trascurata è il modo in cui comunicano e interagiscono tra loro.
Lo studio “Feline Faces: Unraveling the Social Function of Domestic Cat Facial Signals”, pubblicato recentemente su Behavioural Processes da Lauren Scott dell’University of Kansas Medical Center e da Brittany Florkiewicz del Department of Psychology del Lyon College, ha intrapreso un viaggio rivoluzionario per scoprire il mondo nascosto delle espressioni sociali feline e la Florkiewicz sottolinea: «Anche se i gatti sono spesso considerati animali solitari, in realtà sono molto socievoli».
La ricerca condotta dalle due scienziate smentisce convinzioni popolari e fa emergere la sorprendente flessibilità dei gatti domestici. Al Lyon College evidenziano che «Queste creature adattabili possono adattarsi perfettamente alla vita in famiglie con più gatti, convivere in rifugi con un massimo di 50 compagni felini o condurre vite solitarie in natura. Inoltre, quando le circostanze lo richiedono, possono formare colonie con centinaia di membri».
La Florkiewicz e la Scott hanno cercato di capire come i gatti utilizzano le espressioni facciali per spostarsi in questa complessa rete di strutture sociali e ne è venuta fuori una ricerca che rappresenta un passo fondamentale verso la comprensione del ricco mosaico di interazioni sociali feline che spesso passano inosservate.
La Florkiewicz spiega che «Sfortunatamente, c’è molto poco di pubblicato su come i gatti usano le espressioni facciali per interagire tra loro. Studi precedenti presumevano che i gatti avessero un repertorio facciale limitato e producessero espressioni facciali solo durante incontri aggressivi. Volevamo vedere se questo è vero».
Quel che hanno scoperto le due ricercatrici statunitensi è a dir poco straordinario: i gatti hanno la capacità di produrre quasi 300 diverse espressioni facciali e una percentuale significativa di queste espressioni viene prodotta durante le interazioni amichevoli, come il gioco e la toelettatura.
La Florkiewicz spiega ancora: «Quando sono aggressivi l’uno verso l’altro, i gatti tendono a muovere le orecchie all’indietro, restringere le pupille e leccarsi le labbra. Al contrario, durante gli incontri amichevoli, i gatti chiudono gli occhi e spingono le orecchie e i baffi in avanti. Tuttavia, i gatti possono produrre dozzine di espressioni facciali diverse che variano a seconda del contesto e degli altri gatti con cui interagiscono. Questo indica che i gatti possiedono un sistema di comunicazione più sofisticato di quanto si pensasse in precedenza».
Ma i risultati dello studio hanno un significato ancora più profondo: fanno luce sul fortissimo impatto dell’addomesticamento sui comportamenti comunicativi dei gatti. Con la tendenza crescente di avere più gatti in famiglia, questa conoscenza è vitale per i proprietari di gatti.
La Florkiewicz sottolinea che «Comprendere le espressioni facciali del nostro nuovo gatto è importante per valutare meglio le sue interazioni con altri gatti. Inoltre, queste informazioni sono preziose per i rifugi per animali che desiderano creare strutture di vita di gruppo per gatti, promuovendo così il loro benessere e le adozioni di successo».
Un altro aspetto degno di nota del nuovo studio sono le opportunità che offre agli studenti universitari. La Scott, che ha condotto questa ricerca durante i suoi studi universitari, è indicata come la prima autrice dello studio; un risultato notevole per un ricercatore universitario. La dedizione della Florkiewicz alla promozione dei talenti della ricerca universitaria ha portato alla creazione del laboratorio di comportamento e cognizione animale al Lyon College, offrendo agli studenti universitari la possibilità di partecipare a studi scientifici significativi e mira a fornire loro le competenze necessarie per perseguire la ricerca a livello universitario.
Questo lavoro pionieristico non sta solo facendo scalpore nei circoli accademici, ma ha anche catturato l’attenzione di Science Magazine, che in un’articolo evidenzia l’importanza della ricerca di Florkiewicz e Scott e il suo potenziale nel rimodellare la nostra comprensione delle dinamiche sociali feline.
Al Lyon College concludono: «In un mondo in cui i gatti sono spesso percepiti come misteriosi e imperscrutabili, la ricerca innovativa della dottoressa Florkiewicz sta facendo luce sul linguaggio ricco e complesso delle espressioni facciali feline. Questo lavoro promette non solo di approfondire il nostro apprezzamento per questi amati compagni, ma anche di migliorare la loro vita nelle famiglie con più gatti e nei rifugi per animali, migliorando la nostra comprensione di questa specie unica che vive tra di noi».