COME SI DIFFONDE L’EBOLA? I TRAFFICANTI DI FAUNA TRA I RESPONSABILI DELL’EPIDEMIA

chimpanzeeDaniel Stiles un esperto di grandi scimmie, traffico di fauna selvatica e gestione di risorse naturali, che ha lavorato per Onu, Traffic, Iucn e diverse Ong ambientaliste,  ha scritto per la Special Reporting Initiatives (Sri) di Mongbay.com  l’interessante inchiesta  “How did Ebola Zaïre Get to Guinea?”, partendo da quella che è ormai una certezza: la devastante epidemia del virus Ebola che sta seminando panico e confusione in tutta l’Africa occidentale non è, come inizialmente si credeva, un ceppo endemico di quella regione.

Lo studio “Phylogenetic Analysis of Guinea 2014 EBOV Ebolavirus Outbreak” dell’università di Edimburgo,  pubblicato su PlosOne, ha evidenziato che il ceppo è lo stesso dell’Ebola  Zaire scoperto nella a Repubblica democratica del Congo (Rdc) e, sempre su PlosOne (Clock Rooting Further Demonstrates that Guinea 2014 EBOV is a Member of the Zaïre Lineage) il Robert-Koch Institute tedesco ha confermato che quella in atto in Africa occidentale e la prima epidemia di Ebola fuori dal bacino del Congo e la più grave della storia per numero di casi e di decessi.

Come spiega Stiles, «il tasso di mortalità varia dal 50 al 90% degli infettati e non c’ è alcuna cura o vaccino è una delle malattie più mortali del pianeta», anche se americani e russi dicono che stanno testando vaccini.  Kamono Moriba, un volontario con la Croce Rossa della Guinea che vive a Guéckédou, dove sono stati segnalati i primi casi di questa epidemia, spiega cosa sta succedendo: «La gente  ci dice che gli operatori umanitari hanno portato la malattia… Dicono anche che per diversi decenni hanno consumato carne di animali selvatici senza contrarre qualsiasi malattia e si chiedono perché è emersa  ora».

PipistrelloInfatti, la spiegazione originale per lo scoppio dell’epidemia in questa remota area  della Guinea sud-orientale, al confine con Sierra Leone e  Liberia, è il consumo di carne di animali selvatici infetti. «Si pensa che i pipistrelli della frutta siano il serbatoio naturale di tutti i ceppi del virus Ebola e che possono trasmetterlo ad altre specie in vari modi, anche attraverso le loro feci, lasciando cadere pezzi di frutta mangiucchiati che altri animali mangiano, o perché sono essi stessi massacrati e mangiati  come carne di selvaggina – scrive Stiles – I pipistrelli sono un alimento popolare in Africa Occidentale. Ricordo di averli visti molti anni fa, quando ero un volontario dei Peace Corps in Costa d’Avorio, scorticati, le carcasse affumicate come macabre crocifissioni su croci di legno, venduti nelle stazioni ferroviarie e sul ciglio della strada».

Per Stiles la diffusione del virus somiglia sinistramente a quella del film “Contagion”: un bulldozer  abbatte un’area di foresta in Africa per realizzare una porcilaia,  un pipistrello infetto lascia cadere un pezzo di banana rosicchiato, un maiale lo mangia e poi finisce nella  cucina di un ristorante, dove il cuoco non si lava le mani ed infetta Gwyneth Paltrow, scatenando un’ecatombe come quella in corso in Africa.

Ma resta la domanda di Moriba: perché Ebola si è presentata dall’altra parte del continente africano a 40 anni  dallo scoppio della prima epidemia nel 1976 nel Congo Rdc che allora si chiamava Zaire? Secondo Stiles, «il fatto che abbiamo a che fare con un ceppo del virus mai visto prima in Africa occidentale fa cadere la teoria dell’origine dai pipistrelli, a meno che qualcuno non possa dimostrare che un pipistrello della frutta malato sia volato per oltre 2.000 miglia dalla Rdc alla Guinea e, forse, abbia fatto cadere una banana masticata in un porcile».

Per l’esperto statunitense, ci sono candidati migliori come “colpevoli” dell’origine dell’epidemia. La sua tesi è che recentemente, gorilla e bonobo (Pan paniscus) possano essere stati catturati nella Rdc e trasportati dai trafficanti di fauna selvatica a Conakry, la  capitale della Guinea.  «Le cinque precedenti epidemie di Ebola in Africa Centrale erano collegate alla movimentazione di carne di gorilla, scimpanzé e duikers (una piccola antilope) per il commercio di carne selvatica. Come vettori noti del virus Ebola, queste grandi scimmie ed i loro rapitori umani, potrebbero aver portato la malattia con loro. Infatti, dal Cites Trade Database  emerge che dieci gorilla sono stati esportati dalla Guinea alla Cina nel 2010. Ma la Guinea non ha gorilla indigeni, né dispone di strutture per allevarli».

La cosa tornerebbe con quanto dice Karl Ammann, un foto-giornalista e un investigatore sul traffico di fauna selvatica, che  ritiene che questi 10 gorilla in realtà provenissero dalla Rdc. Intanto, anche l’ex capo della Cites Management Authority della Rdc, Leonard Muamba-Kanda, ha detto che conosceva il percorso che i gorilla hanno fatto per passare dalla Rdc alla Guinea, prima di essere spediti in Cina. Con l’aiuto di una Ong che lavora in Cina, quattro dei gorilla sono stati monitorati fino allo Zoo Changsa.

Ammann  a gennaio è andato in Cina ad indagare e nello zoo cinese e un guardiano gli ha detto che il la custode alla quale erano stati affidati i gorilla al loro arrivo si era ammalate e che le era stata diagnosticata l’epatite. Poi è stata rimandata nel suo luogo di origine, nel nord della Cina. Ai gorilla è stato fatto il test per l’epatite, due sono stati trovati positivi e tutti e quattro sono stati  sottoposti ad eutanasia. «Ma, in realtà, la malattia poteva essere stata Ebola? », si chiede Stiles, che aggiunge: «Non tutti i casi di Ebola mostrano emorragie. Sono necessarie ulteriori indagini per accertare come sia stata diagnosticata la malattia e cosa sia successo alla custode infetta».

Ma ci potrebbe essere altro oltre ai gorilla. Nel 2011, una missione del  segretariato Cites in Guinea indagò su un’insolita attività del commercio grande scimmie: due permessi di esportazione di bonobo  in Armenia. I bonobo vivono in un solo Paese: la Repubblica democratica del Congo. Il Segretariato Cites non ha proseguito le indagini, ma il solito Ammann ha chiesto alla giornalista investigativa armena Kristine Aghalaryan di rintracciare i bonobo ed uno di loro era nel parco safari privato Jambo Park a Dzoragbyur. L’altro bonobo era morto, ma la causa della morte non è stata dichiarata.

Stiles fa notare che «l’areale dei bonobo si sovrappone all’area delle precedenti epidemie di Ebola Zaire».  La Aghalaryan è riuscita ad ottenere dal Comitato delle entrate armeno un elenco di animali importati in Armenia scoprendo che nel Paese caucasico nel l 2011 e  2012  sono stati importati almeno 5 bonobo e 7 scimpanzé, nessuno dei quali riportati nel  Cites Trade Database.   Stiles si chiede ancora: «Potevano essere passati tutti dalla Rdc alla Guinea, prima di essere importati illegalmente e in Armenia? Un certo numero di grandi trafficanti scimmie sono noti per vare basi anche in Guinea, molti dei quali hanno rapporti di parentela con i trafficanti di fauna selvatica nella Rdc. Questi operatori della Guinea viaggiano regolarmente avanti e indietro tra la Guinea e la Repubblica democratica del Congo, intanto organizzazione accordi commerciali sula fauna selvatica in gran parte illegali. Uno di loro avrebbe potuto essere infettato dal virus Ebola ed averlo portato con sé in Guinea».

Ammann ha detto a Mongabay.com che «I commercianti di scimmie di Conakry hanno team  di cattura che vanno nella foresta, uccidono le  madri scimpanzé e catturano i cuccioli. Li portano a Conakry. I commercianti sono gli stessi tizi che hanno legami familiari a Kinshasa».

Per Stiles  ci sono tutti gli elementi per ipotizzare il seguente scenario: «I trafficanti di fauna selvatica catturarano gorilla e/o bonobo (forse anche scimpanzé) nella Rdc. Vanno in  Guinea nella rotta verso un’altra destinazione come la Cina o l’Armenia, ma una scimmia o un trafficante infettato con Ebola Zaire porta il virus lungo il tragitto. Poi il trafficante infetto fa un viaggio per prendere gli scimpanzé nella zona Guéckédou e lì infetta una persona». Secondo i funzionari della Guinea il primo caso di virus risalirebbe al dicembre 2013 e sarebbe stato un bambino di 2 anni di un villaggio vicino Guéckédou. Il contagio si è diffuso da lì.

Anche Stiles però deve ammettere che «il fatto che l’Ebola non sia scoppiata prima a  Conakry o altrove, attualmente  non può essere spiegato,  ma lavorare a tutta la storia e all’epidemiologia di questa epidemia è di massima priorità per  che l’evento si ripeta. Il traffico di grandi scimmie potrebbe avere conseguenze ben più gravi di quelle  che abbiamo mai immaginato. Anche gli scimpanzé che vivono in Guinea sono a rischio, dal momento che le grandi scimmie hanno sofferto ancora di più degli esseri umani per le precedenti epidemie di Ebola. Fino al 90% per cento delle grandi scimmie delle popolazioni locali è stato spazzato via da Ebola durante le epidemie del passato in Africa centrale, soprattutto nelle zone di deforestazione, che caratterizzano  gran parte dell’habitat delle grandi scimmie dell’Africa Occidentale. Una banana mangiata a metà lasciata da un essere umano infetto e trovata da uno scimpanzé potrebbe significare un pericolo per lo scimpanzé occidentale (Pan troglodytes verus) già minacciato di estinzione».

Tratto da Logo greenreport.itdel 08 Agosto 2014

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