Abilitazione per ventimila docenze, ma la classe d’insegnamento a cui si accede con la laurea in medicina veterinaria non figura.
La Fnovi si è rivolta al Ministro dell’Università Francesco Profumo chiedendo chiarimenti. Il Ministero dell’Istruzione e dell’Università sta per abilitare oltre 20 mila docenti in tutta Italia, attraverso i cosiddetti tirocini formativi attivi (TFA), ma alle prove non sembrano ammessi i laureati in medicina veterinaria.
Fra giugno e luglio si svolgeranno, infatti, le prove di abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie e negli atti ministeriali non c’è traccia della classe di insegnamento “zootecnica e scienza della produzione animale” (74/A nella codificazione ministeriale). Si tratta, peraltro, dell’unica classe a cui si può accedere con la laurea in medicina veterinaria.
L’esigua possibilità di accesso alle docenze per i laureati in medicina veterinaria ripropone l’urgenza di correttivi normativi e una riflessione “sull’imbarazzante circostanza – scrive il Presidente FNOVI al Ministro – che nel corpo docente nazionale non entrano le risorse intellettuali proprie dei laureati in medicina veterinaria”.
Il Presidente Gaetano Penocchio ha chiesto pertanto “quale criterio ispiri la selezione di profili docenti adeguati ai compiti di educazione delle future generazioni”, se i medici veterinari sono esclusi dalle abilitazioni e se ad essi si preclude l’insegnamento di materie confacenti come, ad esempio scienze degli alimenti.
Per l’ampliamento delle cattedre è stata depositata una proposta di legge a firma degli On Gianni Mancuso e Rodolfo Viola.