«Il forte aumento delle popolazioni di meduse potrebbe essere una delle cause della contrazione degli stock alieutici constatata nel Mediterrano e nel Mar Nero. La sovra-pesca, che fa sparire i grandi predatori marini, è uno dei fattori che spiega questa proliferazione di meduse. Può innescarsi un circolo vizioso, perché le meduse si nutrono di larve e di avannotti di pesce, il che riduce ancora la resilienza delle popolazioni alieutiche già colpite dalla sovra-pesca. Così, la medusa potrebbe essere la goccia d’acqua che fa traboccare il vaso». Non è cambiato molto da quando, poco più di un anno fa, la General Fisheries Commission for the Mediterranea della Fao pubblicava il suo rapporto “Review of Jellyfish Blooms in the Mediterranean and Black Sea”.
Tra le principali cause del boom delle meduse il rapporto Fao individuava anche: «Il riscaldamento climatico che favorisce le specie tropicali; L’eutrofizzazione che s’accompagna ad un aumento della ricchezza dei nutrienti nell’acqua; Il ricorso massiccio alle dighe per prevenire l’erosione delle coste ed il gran numero di porti turistici, habitat ideale per le meduse che all’inizio della loro vita sono dei polipi».
Recentemente in Irlanda del una fioritura di meduse estesa su 4 miglia quadrate ha distrutto un allevamento di salmoni e divorato 100.000 pesci, causando danni per 1,5 milioni di dollari. Ogni anno vengono pescate 450.000 tonnellate di meduse per rifornire l’industria alimentare asiatici, ma questo non basta a ridurre o contenere la crescita di celenterati che si riproducono rapidamente.
Il rapporto indicava alcune misure per prevenire la proliferazione delle meduse: «L’integrazione della ricerca sulle meduse con le ricerche alieutiche; Lo sviluppo di prodotti a base di meduse per l’alimentazione – alcune specie vengono consumate in diversi paesi – o la medicina; L’utilizzo della “medusa immortale” (Turritopsis nutricula), in grado di invertire il processo di invecchiamento e ricca di promesse per l’elaborazione di prodotti rigeneranti per gli esseri umani; L’adozione di sistemi di allarme precoci che segnalino il pullulamento di meduse, associate a delle barriere di protezione negli impianti di acquacoltura».
Il rapporto conclude: «Lottare contro la sovrapesca, le emissioni di gas serra e le cause dell’eutrofizzazione migliorerebbe senza alcun dubbio la qualità dell’ambiente in generale e potrebbe così ridurre il m numero delle meduse».
In Israele hanno preso molto sul serio queste raccomandazioni e Shahar Richter e il suo team di ricerca dell’università di Tel Aviv sono riusciti a convertire gli sciami di meduse in materia utile. No Camels – Israeli Innovation News, spiega: «Hanno messo a punto un metodo per trasformare meduse in una risorsa che potrebbe essere utilizzato nelle industrie dei prodotti igienici e paramedici, per la realizzazione di trattamenti medici ambientalmente sicuri, bendaggi avanzati e altri prodotti di alternativi alla plastica».
Richter ha detto al giornale israeliano Haaretz: «Le meduse causano danni tre aree principali. Primo, intasano e paralizzano centrali atomiche o elettriche e gli impianti di desalinizzazione. In realtà, sono un disastro per qualsiasi impianto che utilizza l’acqua di mare. Questo accade in molti luoghi, tra cui la Corea, il Giappone, la Svezia e l’India. Secondo, le meduse hanno avuto un impatto drammatico sull’industria della pesca mondiale, riempiendo e bloccando le reti da pesca con la loro massa. La terza industria subire l’attacco delle meduse è il turismo. Mentre meduse sulle coste del Mediterraneo causano nel peggiore dei casi un bruciore doloroso, le specie al largo delle coste dell’Australia sono mortali e richiedono la chiusura delle spiagge per lunghi periodi».
Le meduse sono costituite d’acqua per il 90%. I ricercatori israeliani prima hanno tagliato via i tentacoli, e poi hanno macinato le meduse per eliminare l’acqua; la sostanza rimanente è costituita da due proteine utili nelle industrie biotecnologiche: il collagene (che si trova nella pelle umana) e la mucina (che si trova nei tessuti delle mucose).
Il team dell’università di Tel Aviv ha sviluppato un metodo per trasformare questa “essenza” di meduse in materiali compositi, sviluppati aggiungendo nanoparticelle con proprietà utili, come la conduttività elettrica, materiali anti-batteriche, farmaci e sostanze luminose. «Il risultato – spiega Richter – è un materiale biologico composito. La nostra innovazione sta dimostrando che il materiale è deperibile, in modo che se lo seppelliamo nel terreno si decompone, non inquina o causa danni ambientali». Il suo team sta attualmente esaminando le applicazioni industriali e commerciali per il “jellyfish material” e Richter sottolinea: «Quando i materiali che abbiamo sviluppato saranno applicabili, potranno aiutare a risolvere il problema delle meduse».
The Times of Israel presenta un’altra iniziativa: la Cine’al Ltd., una start-up nanotecnologia israeliana, sta sviluppando una tecnologia per trasformare le meduse in “super-assorbenti” per produrre pannolini, tamponi, spugne mediche, ma anche carta igienica e asciugamani di carta.
Dalle meduse Cine’al ha realizzato “Hydromash”, un materiale secco, forte e flessibile che sembra molte volte più assorbente rispetto ai prodotti assorbenti pubblicizzati in televisione.
Ofer Du-Nour, president di Cine’al ed a capo della Capital Nano, che nelle nanotechnology companies che si basano sulle ricerche delle università israeliane, evidenzi che «Attualmente questi oggetti sono fatti di materiali sintetici, che richiedono centinaia e migliaia di anni per degradarsi. Le tecnologie che abbiamo scelto, sono tecnologie testate. L’unico problema è portare i prodotti dell’ingegneria sul mercato. Abbiamo scelto tra migliaia di aziende per trovare questi». Anche “Hydromash” si basa sulla ricerca da Richter. Du-Nour non manca di evidenziare poi che «un terzo dei rifiuti usa e getta in discarica è costituito da pannolini. Nel suo primo anno, un neonato genera, in media, 70 chili di pannolini all’anno, forse di più».
I prodotti altamente assorbenti sono fatti di materiali sintetici come i super-absorbing polymers (Sap), la sfida era quella di trovare un materiale bio-degradabile altrettanto assorbente. I ricercatori israeliani lo hanno trovato nelle meduse che, con l’utilizzo di nano-materiali, vengono trasformate in “Hydromash”, che assorbe grandi quantità di acqua e sangue in pochi secondi. Il processo produttivo aggiunge anche nano-particelle che hanno proprietà antibatteriche e cicatrizzanti, ma che aggiungono anche flessibilità, colori, profumi e altro ancora. «Il risultato – ha detto Du-Nour al Times of Israel – è un prodotto che assorbe più volte il suo volume, bio-degrada in meno di 30 giorni e può competere con il Sap sul prezzo. E’ perfettamente sicuro e ha il potenziale per ridurre l’uso delle discariche e cancellare dagli oceani gli sciami infiniti di meduse, che ora possono essere visti come commodities invece che specie infestanti».
Ma le mamme accetteranno un “pannolino-medusa”, e le donne utilizzeranno assorbenti fatti di meduse? Du-Nour risponde: «Non sono preoccupato per questo, è probabile che il consumatore non sappia nemmeno cosa ci sia in molti di questi prodotti e ci sono molti altri prodotti con ingredienti derivati da animali e piante. In realtà, credo che l’utilizzo di questo materiale alla fine potrebbe essere richiesto dai governi che spendono milioni di dollari per tenere meduse fuori delle zone turistiche e portuali. Ci sono troppe meduse in mare e troppi Pampers nelle discariche. Cenè al può dare una risposta definitiva ad entrambi questi problemi».