Buone notizie per chi vive in condominio e ha o vorrebbe avere animali; dal 22 Novembre scorso nessun regolamento, amministratore o cittadino potrà impedire a un condomino di tenerne uno tra le pareti domestiche. Lo ha stabilito la Camera dei Deputati, approvando con voto pressoché unanime, un’integrazione all’articolo 1138 del Codice Civile secondo la quale “le norme del Regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”.
E’ una vittoria per tutte le famiglie che vivono con quasi 20 milioni di quattro zampe, ma anche per tutti quelli che avrebbero voluto averne ma non finora non avevano potuto per via di regolamenti condominiali interni, spesso aprioristici e datati.
L’Italia quindi adegua un’altra parte della propria legislazione ai principi contenuti nel Tratto Europeo che definisce gli animali esseri senzienti, e al Codice penale che punisce i loro maltrattamenti.
Di fatto questo nuovo principio legislativo,”il vietato vietare” assicura anche la fine delle cause per il passaggio nelle scale e l’utilizzo degli ascensori da parte dei quattro zampe, una pace sociale che dovrà essere rispettata da tutti, senza alcun dubbio interpretativo”.
Tutti quelli che invece temono di vedere il proprio condominio trasformarsi in uno zoo dove tutto è permesso a quattro zampe & co. stiano pure tranquilli. L’integrazione di Legge non altera in alcun modo tutte le forme di tutela civile e penale che l’ordinamento già prevede a favore dei terzi che concretamente subiscano un danno dall’animale (inquinamento acustico, problemi igienico-sanitari certificati, per esempio). L’approvazione di questa nuova legge fa venir meno inutili controversie giuridiche, con grande vantaggio per la cosiddetta “macchina della giustizia”.
Il nuovo articolo è stato approvato grazie alla presentazione, a inizio di questa Legislatura, nel 1998, della proposta di Legge della LAV per la riforma del Codice Civile sostenuta dalle parlamentari Gabriella Giammanco (Pdl) e Franca Chiaromonte (Pd), sostenuta nel passaggio della Camera dagli onorevoli Luigi Vitali, Michela Vittoria Brambilla, Gianni Mancuso del Pdl, Andrea Sarubbi ed Rodolfo Viola del Pd e il relatore Salvatore Torrisi.
Ma la definizione di “animali domestici” non accontenta coloro che invece propendevano per l’uso della espressione “animali da compagnia”. La riforma del condominio licenziata il 20 novembre dalla Commissione Giustizia del Senato è infatti un ottimo risultato per cani e gatti – che sono animali ”domestici” – ma al tempo stesso è un passo indietro nella cultura della convivenza uomo-animale, ci sono infatti milioni di animali esotici d’affezione, come criceti, conigli nani, uccelli e pesci che non sono stati ricompresi.
Si ritiene inoltre utile precisare che la nuova norma verrà applicata ai nuovi condomini. Il regolamento condominiale non potrà “vietare di possedere o detenere animali domestici“.
Per i condomini già esistenti dove vige un regolamento che vieta il possesso e la detenzione di animali occorrerà una modifica la quale dovrà però essere approvata all’unanimità.