Sostituire la siringa con un biscotto-vaccino. E’ l’idea di due dottori in biologia cellulare.
Sono Luca Bruno e David Brandtner, un avellinese e un americano, che – dopo cinque anni all’interno della farmaceutica multinazionale e nei laboratori del vaccino contro l’ebola- intendono sviluppare un vaccino per cani “che non ha bisogno della classica iniezione e che si somministra con un biscotto” Secondo Luca Bruno, l’idea sarebbe realizzabile in almeno due anni di lavoro, ma per ora manca il laboratorio dove lavorare al progetto e anche i fondi necessari. Per diventare essi stessi una start up, i due biologi hanno fatto ricorso al crowdfunding, ovvero il finanziamento collettivo tramite internet.
«Dobbiamo raccogliere quindicimila euro – spiega Bruno – per dare vita alle pratiche per ottenere alcune certificazioni e per stendere il business plan. Le prime ci darebbero un importante riconoscimento per legittimare la nostra idea. La più importante è il “Freedom to operate”, ovvero l’assoluta conferma che non esistono brevetti che coprono la nostra idea e che ci darebbe la piena libertà ad operare in questo senso. Oltre a questa abbiamo altre certificazioni scientifiche da dover conseguire, il tutto da affiancare all’analisi di mercato ed al business plan redatti da un consulente economico”.
«Partiamo dal presupposto – afferma- che c’è un evidente vantaggio sia per i cani che per i padroni. Evitare la siringa è una cosa positiva, cancella lo stress di tutti, anche degli stessi veterinari. Molti di loro hanno difficoltà a somministrare i vaccini a cani di grossa taglia. Ci sarebbe un generale giovamento e non è detto che qualche casa farmaceutica non si interessi al nostro progetto. D’altronde il mondo dei farmaci vive di continue innovazioni, ma viaggia a due velocità: la ricerca per gli esseri umani si sviluppa in maniera continua, mentre quella per gli animali è molto più lenta. Abbiamo la possibilità di rompere gli equilibri e portare in qualcosa di veramente innovativo e rivoluzionario”.
L’ambizione è anche di tenere sotto controllo il rischio di reazioni avverse: “Per eludere questo problema nel nostro progetto è previsto che vengano usate solo piccole parti del virus che stimolano la reazione immunitaria come i comuni vaccini, ma non potrebbero mai dare luogo ad effetti collaterali”.