Il trucco di far camminare avanti e indietro in linea retta non viene utilizzata solo dalla polizia per verificare se i guidatori di auto sono ubriachi: la usano anche i neurologi per diagnosticare disturbi neurologici come l’atassia, nella quale vengono compromesse le parti del cervello che coordinano i movimenti. Ora, lo studio “Chronic exposure to insecticides impairs honeybee optomotor behaviour”, pubblicato su Frontiers in Insect Science da un team internazionale di ricercatori, ha utilizzato la versione da insetti di questa prova per capire se i moderni pesticidi danneggiano il sistema nervoso delle api e ha dimostrato che, «Anche a quantità subletale, gli insetticidi compromettono la capacità di un’ape di muoversi in linea retta».
Il team di ricercatori, guidato dalla biologa Rachel Parkinson del Woods Hole e delle università di Oxford e del Saskatchewan, ha dimostrato per la prima volta che le api bottinatrici esposte ai pesticidi sulfoxaflor e imidacloprid «Hanno una risposta ottomotoria alterata, che le rende incapaci di mantenersi su una traiettoria dritta mentre si spostano. Questa menomazione è accompagnata da danni alle cellule cerebrali e disregolazione dei geni della disintossicazione. Questi risultati si aggiungono alla crescente evidenza che i moderni pesticidi sono fortementee dannosi per gli insetti utili come le api».
La Parkinson spiega che «Qui mostriamo che gli insetticidi usati comunemente come il sulfoxaflor e il neonicotinoide imidacloprid possono compromettere profondamente il comportamento delle api guidato visivamente. I nostri risultati sono motivo di preoccupazione perché la capacità delle api di rispondere in modo appropriato alle informazioni visive è fondamentale per il loro volo e la loro navigazione, e quindi per la loro sopravvivenza».
Risultati che si vanno ad aggiungere a quelli della Fao e dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che nel rapporto “Detoxifying agriculture and health from highly hazardous pesticides A call for action” hanno definito «Il corpus di prove in rapida crescita che suggerisce fortemente che i livelli esistenti di contaminazione ambientale [da pesticidi neonicotinoidi] stanno causando effetti negativi sulle api e altri insetti utili».
Come ricordano all’università del Saskatchewan, «Gli insetti hanno un’innata “risposta optomotoria”, che consente loro di orientarsi nuovamente su una traiettoria dritta quando minacciano di deviare dalla rotta mentre camminano o volano». La Parkinson e colleghi hanno messo alla prova la risposta optomotoria delle api che camminano costringendole a rispondere in modo accurato e tempestivo a dei video di barre verticali che si spostavano da sinistra a destra, o viceversa, su due schermi di fronte a loro. I ricercatori spiegano che «Questo “inganna” l’ape facendogli credere che è stata improvvisamente portata fuori rotta e che deve eseguire una svolta correttiva per tornare su un percorso rettilineo. Una sana risposta optomotoria istruirà quindi il sistema motorio dell’ape a orientarsi all’indietro su una linea retta illusoria a metà strada tra il flusso ottico da destra e da sinistra».
Quindi, i ricercatori hanno confrontato l’efficienza della risposta optomotoria di 4 gruppi di api bottinatrici catturate in natura (da 22 a 28 api testate per gruppo). A ogni ape veniva permesso di bere una soluzione illimitata di saccarosio per cinque giorni, pura o contaminata con 50 ppb (parti per miliardo) di imidacloprid, 50 ppb di sulfoxaflor, 25 ppb di imidacloprid e 25 ppb sulfoxaflor.
Dopo questo trattamento, «Tutte le api erano meno capaci di rispondere al flusso ottico simulato quando le barre erano strette o si muovevano lentamente (cioè, erano apparentemente lontane) rispetto a quando erano larghe o si muovevano velocemente (cioè, apparentemente vicine) – dicono i ricerrcatori – Ma per qualsiasi larghezza e velocità, le api che avevano ingerito i pesticidi si comportavano peggio rispetto alle api di controllo. Ad esempio, si voltavano rapidamente in una sola direzione e non rispondevano ai cambiamenti nella direzione di movimento delle barre o dimostravano una mancanza di risposte di svolta. L’asimmetria tra le curve a sinistra e a destra era almeno 2,4 volte maggiore per le api esposte ai pesticidi rispetto alle api di controllo».
Grazie a tecniche molecolari, lo studio ha dimostrato anche che «Le api esposte ai pesticidi tendevano ad avere una percentuale elevata di cellule morte in parti dei lobi ottici del cervello, importanti per l’elaborazione degli input visivi. Allo stesso modo, dopo l’esposizione i geni chiave per la disintossicazione erano disregolati. Ma questi cambiamenti erano relativamente deboli e altamente variabili tra le api, ed è improbabile che fossero l’unica spiegazione per la forte compromissione osservata della risposta optomotoria».
La Parkinson conclude: «Gli insetticidi neonicotinoidi e sulfoximine attivano i neuroni nel cervello degli insetti e non vengono sempre riciclati abbastanza velocemente da prevenire la tossicità. Gli effetti che abbiamo osservato potrebbero essere dovuti a un tipo di ricablaggio nel cervello: prevenire il danno neurale riducendo la sensibilità dei neuroni a questi composti. Per comprendere appieno il rischio di questi insetticidi per le api, dobbiamo studiare se gli effetti che abbiamo osservato nelle api deambulanti si verificano anche nelle api che volano liberamente. La principale preoccupazione è che, se le api non sono in grado di superare qualsiasi danno durante il volo, potrebbero esserci profondi effetti negativi sulla loro capacità di foraggiare, navigare e impollinare fiori di campo e colture».