Il virus dell’influenza suina e poi aviaria ha già in passato suscitato preoccupazione a livello mondiale per le possibili ripercussioni sulla popolazione, ma ora gli scienziati hanno identificato un’altra possibile fonte virale per l’uomo, scatenata questa volta però, dai pipistrelli.
Nello specifico, fino ad ora il virus dell’influenza A, era stato trovato in alcune specie di animali compresi i polli, i maiali, i cavalli, i cani e persino le balene e per la prima volta, con questa ricerca, anche nei pipistrelli. Il nuovo ceppo è stato rintracciato nei piccoli pipistrelli dalle “spalle gialle” nativi del Guatemala e attualmente, come sottolineano gli esperti, non rappresenta una minaccia per l’uomo, stante ai dati pubblicati a inizio settimana su Proceeedings of the National Academy of Sciences (PNAS).
Nonostante il rischio di pandemia sia irrilevante, gli autori della sperimentazione suggeriscono, comunque di effettuare ulteriori approfondimenti scientifici, sulla sua possibile mutazione. Nel 2009, infatti, l’influenza suina, la H1N1, è stata causata dall’evoluzione di specifici virus influenzali che dagli animali, hanno velocemente infettato gli uomini.
A questo proposito Ruben Donis, co autore della ricerca e membro della Influenza Division al Centers for Disease Control and Prevention (CDC), spiega che
“Fortunatamente, le principali prove di laboratorio suggeriscono che per potersi diffondere e infettare gli uomini, il virus avrebbe bisogno di subire importanti cambiamenti strutturali.” Egli aggiunge che “Un altro animale, come un cane, un cavallo o un maiale, per poter trasmettere l’influenza, dovrebbe essere contagiato sia dal virus dei pipistrelli che da quello umano.”
La squadra di virologi, è stata finora in grado d’identificare solo alcuni frammenti genetici del virus dell’influenza nei pipistrelli della frutta, non ancora riprodotti in laboratorio. La possibilità di replicare il virus in provetta, può rappresentare in questo senso un passo importante, utile per verificare se e come il virus potrebbe diffondersi.
Tratto da Yourself.it del 28 Febbraio 2012
