Si è svolto a Roma, dal 13 al 15 aprile 2023, il Consiglio Nazionale della Federazione Nazionale degli Ordini dei medici Veterinari Italiani (FNOVI), che ha visto una nutrita partecipazione del mondo politico italiano. Per la prima volta nella storia della Federazione 3 Ministri – Il Ministro della Salute Orazio Schillaci, il Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida e il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone – e, con loro, altri rappresentanti delle Istituzioni, Presidenti e membri di importanti Commissioni di Camera e Senato, hanno salutato i Presidenti degli Ordini provinciali.
Ci auguriamo che questo Consiglio rappresenti un punto di svolta nel dialogo con la Politica: si è aperta una linea di comunicazione, confronto e ascolto che dobbiamo coltivare, perseguendo la linea strategica delle priorità della Federazione, nell’interesse dei professionisti che rappresentiamo. Queste linee strategiche sono state delineate dal Presidente Penocchio nella sua Relazione che ha fotografato gli ambiti di azione e di sviluppo del mondo medico veterinario, sospeso tra la fine della pandemia, le opportunità del PNNR e le minacce del cambiamento climatico e ambientale.
La Relazione si è aperta con una fotografia del SISTEMA SANITARIO NAZIONALE, che è in crisi da anni e che durante la pandemia ha mostrato le sue fragilità. Secondo i dati, dal 2013 al 2022 il SSN ha perso quasi 600 medici veterinari non sostituiti. Il gruppo di età tra i 60 e i 64 anni è il più numeroso, con 1.797 medici veterinari, mentre quelli sotto i 40 anni sono solo 400. Senza interventi di ripristino degli organici nei prossimi 5 anni con il pensionamento del 32% di dirigenti medici veterinari si potranno garantire solo il 25% del LEA. L’azione per correggere questo quadro è a portata di mano ed è semplicemente la volontà politica di procedere alle assunzioni di personale, i medici veterinari con diploma di specialità ci sono, basta fare concorsi. Un capitolo direttamente correlato è la corretta imputazione dei fabbisogni per una professione che in nessun modo può essere assimilata a quelle che si rivolgono direttamente all’uomo.
Il Presidente ha poi affrontato il tema delle AUTONOMIE. Se il federalismo fonda sulla sussidiarietà e mira a migliorare l’efficienza amministrativa emergono perplessità relative a quanto previsto dal Ddl per l’attuazione dell’autonomia differenziata, dove vengono elencate 23 materie di esclusiva gestione regionale, tra queste le professioni e la tutela della salute. Impossibile pensare che norme, deontologica e competenze dei medici veterinari possano essere diverse da una Regione all’altra. Per quanto riguarda la salute Gaetano Penocchio ha richiamato la manifestazione del 2019 al Teatro Argentina dove tutte le professioni della salute hanno preso posizione contro l’autonoma differenziata in sanità. Il rischio disuguaglianze riguarda i cittadini, il sistema tariffario potrebbe aumentare i costi con tariffe e tickets diversi a seconda della regione oltre una diversa accessibilità alle cure.
La regionalizzazione dei compensi potrebbe anche creare differenze salariali tra i medici veterinari. Una cosa che certamente verrebbe stressata ed è il ricorso al task shifting ovvero l’affidamento di compiti erogati da profili di più alta istruzione/professionalità ad altri con caratteristiche inferiori e di minor costo. In sintesi, è necessario garantire che questo processo non crei disuguaglianze tra le Regioni. L’auspicio espresso è che il governo trovi un equilibrio tra la decentralizzazione e la garanzia dei diritti fondamentali per tutti i cittadini. Il terzo punto portato all’attenzione dei Presidenti degli Ordini è l’analisi delle PROFESSIONI, osservando da un lato la nascita di nuove figure, dall’altro le dinamiche imposte dal mercato: le professioni sanitarie sono in continua evoluzione e il rischio di task shifting è reale e rappresenta una sfida da affrontare. La soluzione più semplice, ma anche la più rischiosa, sarebbe quella di non far nulla. Al contrario, è importante gestire il task shifting in modo da preservare l’identità di ogni professione. Dopo aver richiamato le nuove professioni, previste dalla legge 4/2013 che peraltro in nessun modo riguarda le professioni sanitarie e la nuova cornice ordinistica resa possibile dalla Legge 3/2018, Penocchio ha ricordato che la figura identitaria di ogni professione rappresenta il suo core, la parte specifica, fondamentale e infungibile. Fuori da questo spazio ci sono gli aspetti non sostanziali e sono modulabili in funzione dei contesti sanitari e delle relazioni fra le professioni, sono attività a minor valore aggiunto (stabili, standardizzabili, delegabili o gestibili a distanza).
Il rischio sta in una possibile perdita di esclusività – identità, in particolare quando i confini fra le professioni diventano mobili e possono sovrapporsi. Servono diverse professionalità e discipline che, in qualsiasi professione possono svolgere un ruolo ora di figura e ora di sfondo, nessuna Professione sanitaria può oggi pretendere di essere sempre e solo figura e mai sfondo, senza questa crescita di consapevolezza restano solo rischi. Analizzando il mercato delle professioni sanitarie il Presidente ha osservato come sia stato liberalizzato senza adeguati correttivi, creando soluzioni, profili e servizi improbabili: “senza interventi, i tecnici veterinari diventeranno infermieri e i laureati triennali faranno i medici veterinari – ha commentato per poi aggiungere che – dobbiamo decidere se scrivere o subire il futuro della nostra professione”.
Il quarto punto della Relazione mette al centro della riflessione l’UNIVERSITÀ: l’emergenza dovuta alla carenza di zooiatri sta diventando un problema sempre più pressante. È necessario modificare il meccanismo di accesso ai corsi di laurea selezionando i candidati sulla motivazione come accade negli USA. Gli stessi vanno iscritti anche in sovrannumero rispetto al fabbisogno determinato nei tavoli tecnici.
Un altro capitolo riguarda i percorsi di specialità che vanno rivisti in modo completamente diverso dall’attuale. Vanno attivate “scuole di medicina veterinaria”, dove Università e Servizio Sanitario Nazionale, possano contribuire a generare dirigenti in formazione a tempo determinato, integrandoli negli enti de SSN. La formazione teorica affidata a docenti universitari e quella pratica a docenti/tutor dell’ASL-IZS in modo da garantire una crescita professionale rilevante. Altra attività in corso nasce da una collaborazione tra FNOVI e la Conferenza dei Direttori. Si sta allestendo un Syllabus per la Prova Pratica Valutativa (PPV) del tirocinio, propedeutica alla prova finale della Laurea abilitante. Questa prova comprende elementi di conoscenza teorica e abilità pratica che producono le competenze del primo giorno di lavoro, stabilite dalla EAEVE. Lo sforzo sarà anche quello di predisporre materiale per le prove.
Il Presidente ha poi ricordato l’importanza della FORMAZIONE continua e dell’ECM: la data del 31 dicembre 2022 era stata enfatizzata come una scadenza “limite”, con provvedimenti disciplinari per gli inadempienti. La prima informazione parlava del triennio trasformato in quadriennio, una ipotesi che avrebbe prodotto pesanti ricadute per i provider e per Agenas, finanziato per il 65% dei contributi erogati per anno e per evento. Milleproroghe ha poi chiarito che non ci sarà alcun anno di “pausa”, si tratta solo di posticipare il temine temporale per soddisfare il debito formativo del triennio. La certificazione dei due precedenti trienni ed i crediti compensativi dovranno essere definiti dalla Commissione ECM formalmente incaricata lo scorso settembre non si è ancora insediata. Tuttavia, vista dalla parte di FNOVI, questa situazione rappresenta un’opportunità da sfruttare per contribuire a riscrivere il sistema.
Ampio spazio è stato dedicato alla WEB ECONOMY: la transizione digitale è diventata una priorità in molte aree della nostra vita, incluso il settore della salute animale. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede l’investimento di 7 miliardi di euro in reti di prossimità, strutture e telemedicina per la Missione 6 Salute, mentre altri 8,63 miliardi di euro saranno destinati all’innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale. È fondamentale definire modelli di governance del dato che sostengano logiche di sostenibilità e aiutino la crescita locale dei territori. Non è follia pensare ad una piattaforma digitale comune che raccolga ed elabori dati di attività della medicina veterinaria. Questa operazione potrebbe consentire l’accesso ai fondi del PNRR. L’economia condivisa e la telemedicina sono temi centrali nella transizione digitale del settore animale. Le piattaforme collaborative digitali da un lato promuovono forme di relazione tra i medici veterinari, offrendo accesso a consulenze specialistiche in diversi campi, come la diagnostica per immagini, la medicina interna e la cardiologia. Tuttavia, lato cittadini, l’irrompere di nuove offerte di servizi attraverso le piattaforme internet porta con sé numerose criticità e possibili mistificazioni. È necessario verificare l’affidabilità delle piattaforme, rispettando le norme che disciplinano l’accesso al mercato e, in assenza di una norma sollecitata a più riprese, Fnovi ha pubblicato proprie linee guida per l’erogazione di prestazioni medico veterinarie da remoto, con valore deontologico, etico e di autoregolamentazione. L’adozione di tecnologie abilitate per Internet of Things (IoT: Internet delle Cose) sta incrementando il mercato dei dispositivi indossabili per animali che consentono di monitorare informazioni relative alla salute degli animali. Un mercato in grande crescita con importanti ricadute commerciali che, per crescere in modo esponenziale basta a sé stessa e non ha bisogno del sapere del medico veterinario che fonda sulle evidenze scientifiche.
Il settimo tema trattato nella Relazione è il BENESSERE ANIMALE, la riflessione ha richiamato il ruolo di “animale agente” ovvero la necessità di concedere agli animali un possibile ruolo attivo nella propria vita. Il concetto ha guadagnato molta attenzione negli ultimi anni, resta di difficile realizzazione. In questo contesto, è importante sottolineare l’importanza della sostenibilità e della produzione zootecnica e dei sistemi alimentari. La domanda dei consumatori di prodotti biologici e vegetali riflette l’attenzione per le questioni ambientali ed etiche. Pur comprendendo le ragioni a supporto del divieto di produrre in Italia alimenti derivati a partire da colture cellulari o tessuti di animali vertebrati (l’importazione non potrà essere impedita), il dibattito mediatico e politico riguardo i novel food dovrebbe essere ricondotto nell’ambito proprio della ricerca: le valutazioni sulla salute dei nuovi alimenti trovano fondamento nella scienza, e le risorse del PNRR potrebbero contribuire a rendere i modelli di produzione zootecnica più sostenibili.
È stato poi fatto cenno al tema del VETERINARIO AZIENDALE e di CLASSYFARM, condividendo una riflessione circa il conflitto di interessi ha accennato al recente quesito posto alla Direzione ministeriale riferita al veterinario aziendale/veterinario convenzionato, ed al problema della sovrascrittura di dati da parte del veterinario incaricato. Parlando di FARMACO, Gaetano Penocchio ha ricordato che l’entrata in vigore dei nuovi regolamenti UE ha messo i medici veterinari al centro dell’attenzione, imponendo loro di essere rigorosi nella scelta del momento e del processo terapeutico, di essere sostenibili per l’ambiente e di considerare il rischio di antimicrobicoresistenza. In Italia, il governo sta lavorando a un decreto legislativo di adeguamento alla normativa UE e la FNOVI proporrà miglioramenti o modifiche. La completa dematerializzazione delle prescrizioni veterinarie e dei registri elettronici dei trattamenti consente una valutazione del rischio e dell’uso degli antibiotici. Ha invece commentato che il sistema sanzionatorio è incomprensibile e basato esclusivamente sull’errore formale delle prescrizioni veterinarie. Si è messa in evidenza la previsione contenuta nella bozza in discussione di sanzioni spropositate e non equilibrate, che penalizzano più di ogni altro i medici veterinari senza tener conto delle circostanze specifiche.
L’ultima parte dell’intervento del Presidente si è concentrata sul MERCATO, un contesto in cui i giovani medici veterinari sono in posizione di forte svantaggio: per loro non è il mercato a decidere il prezzo, ma un gioco delle regole che certifica le asimmetrie e che limita la replicazione dei rapporti di potere. Al centro della riflessione il tema dell’Equo Compenso: il testo del Disegno di legge, approvato in terza lettura alla Camera, impone ai grandi committenti, come la PA, le banche, le assicurazioni e le imprese con più di 50 dipendenti e 10 milioni di euro di fatturato, di riconoscere al professionista un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto e conforme ai parametri di legge. Eventuali pattuizioni diverse sono nulle e sanzionabili anche deontologicamente da parte dell’Ordine. Ha commentato che la concorrenza non si attua esclusivamente sulla base del prezzo, ma trova i suoi elementi più rilevanti nella qualità, quantità, professionalità e specializzazione. Partendo da questa prospettiva, l’Equo Compenso può essere una garanzia di libertà e indipendenza per i professionisti e non un limite alla concorrenza.
Il Presidente Penocchio ha concluso la sua Relazione con un richiamo RECIPROCITÀ intesa come la capacità di ascoltare le esigenze e i valori della comunità, senza viverli come una limitazione della propria libertà, ma come sollecitazioni che derivano dal vivere in uno spazio e in un tempo precisi, che ci richiamano alla RESPONSABILITÀ sociale del professionista.