Semplificazioni? I titolari degli impianti in cui vengono curati, allevati, e custoditi professionalmente animali devono essere autorizzati dalla ASL.
Lo chiarisce il Ministero della Salute in risposta ad un quesito sollevato dalla Fnovi. L’autorizzazione, per la Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari deve sussistere “anche in considerazione del fatto che la loro tenuta è facoltativa”.
In un’ottica di semplificazione amministrativa e sulla scorta delle decisioni già prese da molte Regioni, la Fnovi sollecitava il Ministero su questo “inutile onere burocratico”: le strutture veterinarie autorizzate non necessitano, osservava la Federazione, di ulteriore autorizzazione per la detenzione di scorte.
La Direzione ministeriale ha invece ribadito l’obbligo di autorizzazione, concedendo tuttavia che “nulla vieta che tale autorizzazione sia contestuale a quella rilasciata per lo svolgimento dell’attività stessa, purché sia espressa e non implicitamente inclusa in quest’ultima”.
La richiesta di chiarimento della Fnovi nasceva dall’assenza di una norma inequivocabile, in ragione della quale la materia è stata disciplinata in modo difforme dalle Regioni. La Toscana, ad esempio, non considera più necessaria una autorizzazione specifica per le scorte ritenendo l’adempimento già assolto ed implicito nel rilascio dell’autorizzazione sanitaria all’apertura della struttura. Uno sgravio per medici veterinari, pubblici e privati, che la Federazione indicava al ministero della salute come concreto esempio di semplificazione amministrativa.