Sono state diramate a cura della Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario le “linee guida per la gestione del sistema di farmacovigilanza veterinaria nazionale”. L’intento ministeriale è quello di semplificare gli adempimenti e le procedure relativi alle gestione del sistema di farmacovigilanza veterinaria sul territorio nazionale.
Scopo delle linee guida è:
– implementare la raccolta delle sospette reazioni avverse dei medicinali veterinari che si sono verificate sugli animali, sull’uomo, la mancanza dell’efficacia attesa, la validitò dei tempi di attesa e l’impatto ambientale, al fine di monitorare e valutare scientificamente tutte le informazioni ricevute, indispensabili per la sicurezza e l’efficacia dei medicinali veterinari autorizzati.
– pianificare e individuare le attività utili a migliorare il sistema di farmacovigilanza sull’intero territorio nazionale.
Formazione farmacovigilanza veterinaria
IMPORTANZA del FARMACO VETERINARIO e sua SPECIFICITA’
La cura delle malattie degli animali riconosce nell’utilizzo del farmaco veterinario uno strumento indispensabile per il loro benessere. Negli ultimi decenni, la ricerca farmaceutica veterinaria si è notevolmente impegnata in termini di capitali e altre risorse, consentendo la produzione di farmaci sempre più evoluti, differenziati e specifici in grado di rispondere alla quasi totalità delle necessità del medico veterinario. Il loro utilizzo risulta quindi molto più efficace del medicinale per uso umano tanto nella cura di patologie degli animali d’affezione quanto nelle terapie per gli animali destinati a produrre alimenti.
Garantire il mantenimento dello stato di benessere degli animali, siano essi da compagnia o da allevamento, nonché la tutela della salubrità degli alimenti di origine animale, sono questioni che suscitano un notevole interesse, e non solo da parte degli addetti ai lavori.
Oltre che l’aspetto etico/legale, va sempre tenuto presente che la tutela del benessere animale è strettamente legata alla salute dell’uomo; basti pensare infatti alle diverse zoonosi (malattie trasmissibili animali-uomo). L’attenzione all’argomento è talmente forte da essere anche oggetto di normative della Comunità europea che riconosce gli animali come esseri sensibili e quindi il loro benessere deve essere preso in considerazione in fase di elaborazione e d’applicazione delle politiche in materia di agricoltura, trasporti, ricerca e mercato interno. Tali normative, in costante revisione e sviluppo, mirano a garantire la protezione degli animali e il loro benessere negli allevamenti, durante il trasporto e in occasione del loro abbattimento.
Da qui l’importanza di prevenire e curare tramite farmaci specifici, opportunamente testati. E’ innegabile l’elevato livello in termini di qualità, sicurezza ed efficacia terapeutica raggiunto oggi dai medicinali veterinari rispetto al medicinale per uso umano, perché studiati e sviluppati in funzione delle esigenze proprie del paziente animale. Pur avendo in comune tanti principi attivi, i due tipi di farmaco presentano infatti molte differenze sostanziali che vanno dalla formulazione e concentrazione di questi stessi principi attivi fino agli eccipienti e alla posologia, nel rispetto delle ovvie diversità di ogni specie animale e delle malattie caratteristiche.
Poiché diretto ad un paziente non cooperativo, il medicinale veterinario deve essere inoltre semplice da somministrare. Quindi, l’appetibilità ne è una caratteristica essenziale. Per raggiungere tale scopo, è fondamentale la scelta dell’eccipiente e dell’agente mascherante di ricopertura dei principi attivi per far risultare il farmaco quanto più possibile gradito al sensibile olfatto e gusto degli animali e per favorire l’assorbimento da parte del loro organismo. Miscelare il medicinale con il cibo è di solito la pratica più comune per assicurarne l’assunzione e quindi una corretta posologia. Esistono ovviamente altri metodi di somministrazione ma in ogni caso la selezione dell’eccipiente dovrà tenere conto anche di questo delicato aspetto. In generale tuttavia, il farmaco veterinario risulta facile da dosare e da somministrare perché le compresse vengono prodotte in misure che tengono conto della taglia dell’animale cui sono destinate e sono masticabili, i flaconi vengono venduti insieme ad appositi dosatori con riferimenti ai chilogrammi di peso, le paste sono contenute in siringhe dosatrici e hanno gusto gradevole.
Le differenze tra farmaco umano e veterinario verranno evidenziate con maggior chiarezza anche da uno studio che l’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari) ha avviato con esperti di farmacologia e i cui risultati saranno a disposizione dei veterinari, delle autorità ministeriali e dell’industria di settore. Fine della ricerca sarà valutare i reali aspetti di confronto fra farmaci umani e veterinari e quindi i vantaggi concreti derivanti dall’utilizzo di questi ultimi.
Ma tutelare il benessere degli animali creando medicinali appositi non basta. Occorre monitorare sui loro effetti e su un impiego appropriato. Essenziale risulta essere quindi la farmacovigilanza specifica per il medicinale veterinario, ossia l’insieme delle verifiche finalizzate a valutare l’efficacia e la sicurezza di un farmaco nella pratica clinica dopo l’immissione sul mercato. In particolare, la farmacovigilanza si occupa di raccogliere, di studiare e di diffondere informazioni sulle reazioni avverse, sulla manifestazione degli effetti collaterali e sull’inefficacia della risposta terapeutica o profilattica. A tale scopo il Ministero della Salute invita veterinari e farmacisti a riferire alla Direzione Generale di Sanità Pubblica Veterinaria e ai centri regionali di farmacovigilanza ogni episodio sospetto, anche grazie alla diffusione di apposite “linee guida” sulle modalità di rilevamento e segnalazione delle reazioni negative o dubbie.
La farmacovigilanza veterinaria è molto attiva anche riguardo al controllo sull’uso improprio e sull’abuso dei farmaci, monitorando l’intera filiera produttiva per individuare la presenza di possibili anelli “deboli” che possano comprometterne l’efficacia. Di norma, l’impiego dei medicinali è possibile solo dopo una diagnosi e la prescrizione da parte del medico veterinario. Purtroppo però non mancano episodi d’utilizzo scorretto o che rischiano di mettere a repentaglio la salute dell’animale e talvolta quella dell’uomo. Accertamenti costanti hanno appunto lo scopo di combattere tali situazioni incresciose.
Grazie ad un’appropriata campagna informativa su rischi e benefici di un medicinale e alla valida azione della farmacovigilanza, oggi si fanno meno frequenti i casi d’impiego improprio o di sostituzione del farmaco veterinario con quello per uso umano. La sensibilità e la correttezza del veterinario, ma anche gli strumenti messi a sua disposizione per agevolarne il compito, rimangono comunque un fattore chiave per lo sviluppo di un sistema complesso, dall’equilibrio delicato e non privo di problemi da risolvere ma dal futuro molto promettente.