La vitamina sarà impiegabile come “additivo alimentare”: non ha effetti dannosi sulla salute degli animali e dei consumatori.
L’acido folico nei mangimi può essere autorizzato come “additivo nutrizionale”. Sulla base del parere dell’EFSA, la Commissione Europea ha autorizzato l’impiego della vitamina per tutte le specie animali.
Con il Regolamento 803/2013 del 22 agosto, i mangimi contenenti acido folico e i prodotti ed etichettati prima del 12 marzo 2014 possono continuare ad essere commercializzati ed impiegati fino a esaurimento delle scorte. Non vi sono infatti non motivi di sicurezza per escludere un periodo transitorio per lo smaltimento delle scorte esistenti dell’additivo e delle premiscele e dei mangimi composti che contengono la vitamina.
Secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, l’acido folico non dovrebbe nemmeno presentare rischi supplementari per l’ambiente. L’Autorità ha anche concluso che la sostanza non presenta rischi per la sicurezza degli utilizzatori purché si adottino misure di protezione adeguate: utilizzare dispositivi di protezione per l’apparato respiratorio, gli occhi e la cute durante la manipolazione.
L’acido folico viene convertito negli animali in folati biologicamente attivi, “essenziali – scrive l’EFSA – per la sintesi del DNA, per la riparazione e la metilazione, in particolare per la biosintesi del nucleotide e la rimetilazione dell’omocisteina”. Le vie di somministrazione orale dell’acido folico attraverso i mangimi o l’acqua potabile sono considerate bioequivalenti.