NON DATE DA MANGIARE AI DAINI (E GLI ALTRI ANIMALI), DIVENTANO PIU’ AGGRESSIVI

Cervo ( Cervus elaphus )

Secondo lo studio “Artificial selection in human-wildlife feeding interactions”, pubblicato sul  Journal of Animal Ecology da un team del Laboratory of Wildlife Ecology and Behaviour, SBES, dell’University College Dublin (UCD), «La crescente tendenza delle persone a nutrire animali selvatici rappresenta un serio rischio per il benessere degli esseri umani e della fauna selvatica» perché «Le interazioni dell’alimentazione potrebbero portare alla selezione artificiale del comportamento molesto in alcune specie».

Lo studio si basa sui comportamenti della popolazione di daini selvatici (Dama dama) che vive nel

Phoenix Park di Dublino, il più grande parco recintato esistente in una capitale europea e che è frequentato da circa 10 milioni di visitatori all’anno. I ricercatori dell’UCD hanno scoperto che «I cerbiatti delle madri che chiedono costantemente cibo sono significativamente più pesanti di quelli le cui madri si avvicinano raramente ai visitatori». Lo studio evidenzia che «Ciascuno dei 134 cerbiatti misurati proveniva dalle stesse mandrie, nelle stesse aree di pascolo, e tutti provenivano da madri che avevano pari opportunità di interagire con le persone, lasciando il comportamento dell’accattonaggio come differenza determinante che potrebbe causare tale disparità di peso alla nascita».

I ricercatori irlandesi, associano questo tratto comportamentale dell’accattonaggio agli animali con personalità più audaci che, secondo l’autrice principale dello studio, Laura Griffin dell’UCD Laboratory of Wildlife Ecology and Behaviour, «Potrebbero potenzialmente far diventare alcuni animali più aggressivi per ottenere cibo. C’è un alto rischio che nel tempo questa mandria diventi molto abituata a farlo a causa della selezione artificiale che abbiamo evidenziato. In altre parole, in 10 anni, se non si prendono provvedimenti, potremmo ritrovarci  con i daini che molestano costantemente le persone, poiché sono stati selezionati gli individui più audaci, il che comporta chiaramente enormi rischi per le persone e gli animali coinvolti. E’ anche logico che se questo si verifica in questa popolazione, è molto probabile che avvenga anche in altre popolazioni e specie».

Lo studio ha riscontrato che l’intera popolazione di daini del Phoenix Park rientrava in tre categorie: mendicanti abituali, mendicanti occasionali e mendicanti rari, con circa il 24% della popolazione che chiede costantemente cibo agli esseri umani. All’UCD  fanno notare che «Non sorprende che quei daini che elemosinano di più ricevano la più grande quantità di cibo umano, inclusi pane, patatine, carote, mele e biscotti, portandoli ad avere una dieta drasticamente diversa da quelli classificati come mendicanti rari e occasionali».

Dare da mangiare ai cervi a Phoenix Park è vietato dall’Office of Public Works, ma la pandemia di Covid-19 ha portato a un aumento del numero di visite nel parco e delle interazioni tra daini e persone.

Secondo la Griffin, «Le implicazioni per la salute e il benessere degli animali sono molte, Con questo comportamento che solleva preoccupazioni sui cambiamenti nei comportamenti naturali degli animali, sull’aumento dello stress e sull’impatto sulla loro salute». Per esempio, in India  l’alimentazione artificiale delle scimmie rhesus  ha portato a comportamenti normalmente non esibiti in natura, come gli animali che si attaccano furiosamente a vicenda per ottenere cibo dagli esseri umani. La maggiore audacia favorita da questo comportamento ha anche reso difficile scacciare le scimmie dalle aree con una forte concentrazione di attività antropiche, perché gli animali si rifiutano di andarsene fino a quando non viene fornito il cibo.

In Giappone, i 1.200 cervi sika (Cervus nippon) che vivono liberi nel Parco di Nara, diventati un’attrazione turistica,  nel 2019 hanno ferito oltre 200 persone, portando l’ente di gestione del parco ad emanare rigide linee guida di sicurezza per prevenire ulteriori incidenti.

La Griffin  conclude; «L’alimentazione manuale degli animali selvatici è diventata sempre più popolare negli ultimi tempi, con le persone che spesso dicono che permette loro di sentire una connessione con questi animali, che credono di aiutare in qualche modo e che crea buoni contenuti per i loro account sui social media. In effetti, molto spesso i video e le immagini di persone che nutrono la fauna selvatica diventano virali su diverse piattaforme di social media. Tuttavia, è di fondamentale importanza soffermarci a capire come queste interazioni stanno influenzando la fauna selvatica coinvolta, soprattutto perché queste interazioni sono tipicamente auto-motivate, e lavoriamo per testare metodi per ridurre il loro impatto attraverso l’educazione  pubblica, cosa che può anche essere applicata ad altri siti che sperimentano interazioni simili».

Tratto da dell’11 Agosto 2022