SÌ ALL’ACIDO LATTICO PER DECONTAMINARE LE CARCASSE BOVINE

Il Parlamento e Consiglio Europeo dicono sì al nuovo Regolamento. Oggi è ammessa solo l’acqua corrente.
La proposta di Regolamento è stata approvata in Consiglio dopo un dibattito intenso (25 voti a favore, 22 contro), soprattutto per l’obiezione sull’allineamento degli standard produttivi a quelli di paesi competitor come gli USA, dove la sostanza è approvata.

Il rischio paventato dagli oppositori della misura è proprio che con l’acido lattico, i requisiti più generali di pulizia ed igiene vengano disincentivati. E che la crescita della resistenza batterica agli antibiotici più diffusi, problema attualmente molto grave e con ripercussioni di salute pubblica, possa aumentare. Le ragioni degli USA invece sono chiare: aumentare la quota di esportazioni di manzo in Europa.

I trattamenti di decontaminazione richiedono l’impiego durante la macellazione di una sostanza chimica sulle carcasse animali per ridurre la contaminazione da microrganismi come Salmonella o Campylobacter. La normativa comunitaria impone alle industrie alimentari il rispetto di buone prassi igieniche “dal produttore al consumatore”, al fine di garantire che gli alimenti di origine animale non contengano microrganismi patogeni. A eccezione del lavaggio con acqua delle carcasse, le buone prassi igieniche non possono essere sostituite da trattamenti di decontaminazione; questi ultimi vanno presi in considerazione soltanto se la sicurezza e l’efficacia di una data sostanza siano state dimostrate. Ad oggi, in base al Pacchetto Igiene, l’unica decontaminazione di superficie ammessa per le carcasse era l’acqua corrente.

Nella sua opinione, EFSA aveva chiarito che alle condizioni di utilizzo proposte l’acido lattico era sicuro. Dei 52 studi considerati, 25 erano stati considerati di adeguato livello; e si metteva in luce come una soluzione a base di acido lattico al 2-5% e alla temperatura massima di 55 °C non poneva problemi particolari. Con l’acido lattico si avrebbe una riduzione: della Salmonella del 60% in media; dell’ Escherichia Coli con Shiga Tossine (STEC) e della Escherichia Coli Verocitotossica (VTEC) del 90% in media.

Nel 2008 EFSA aveva analizzato l’attitudine di 4 antimicrobici usabili per la decontaminazione delle carcasse a sviluppare resistenza microbica. Sebbene non si fosse stabilito un legame chiaro tra loro uso e sviluppo di batteri più forti, altre ricerche e la stessa EFSA chiarivano che per diverse sostanze tale relazione è ben più di un’ipotesi. EFSA aveva poi stimato che l’uso di acido lattico per le carcasse di pollo potrebbe portare ad una diminuzione delle zoonosi da campylobacter- uno dei più comuni agenti infettivi della filiera alimentare- compresa tra il 50% ed il 90%.

La Proposta di regolamento del Consiglio relativo all’impiego di acido lattico per ridurre la contaminazione microbiologica superficiale delle carcasse di bovini è stata approvata il 4 ottobre scorso. Un Allegato stabilisce le  Condizioni di impiego dell’acido lattico per ridurre la contaminazione microbiologica superficiale di carcasse, mezzene o quarti di bovini, a livello di macello. Il Regolamento entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

Tratto da  del 06 Dicembre 2012