Gli eurodeputati hanno stabilito che «per contrastare la crescente resistenza degli antibiotici ai batteri, come salmonella e campylobacter, è necessario limitare l’uso dei farmaci antimicrobici esistenti e sviluppare nuovi medicinali».
La proposta del Parlamento europeo prevede di aggiornare la normativa europea in materia di medicinali a uso veterinario e l’Europarlamento chiede di «vietare il trattamento antibiotico collettivo e preventivo degli animali e di prendere misure atte a stimolare la ricerca di farmaci di nuova generazione».
In una nota il Palamento europeo spiega che «Gli obiettivi del progetto di legge sui farmaci antimicrobici sono interconnessi e si prefiggono di: aumentare la disponibilità dei medicinali a uso veterinario; ridurre gli oneri amministrativi; stimolare la competitività e l’innovazione; migliorare il funzionamento del mercato interno; affrontare il rischio per la salute pubblica derivato dalla resistenza agli antimicrobici (AMR)».
Recentemente, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (CEPCM) ha comunicato che «I batteri negli esseri umani, nel cibo e negli animali continuano a mostrare resistenza agli antimicrobici più diffusi». Secondo gli scienziati, «La resistenza alla ciprofloxacina, un antimicrobico importante per il trattamento delle infezioni umane, è molto alta nel campylobacter, riducendo così le opzioni per il trattamento efficace delle gravi infezioni alimentari. Anche i batteri di salmonella, resistenti a diversi farmaci, continuano a proliferare in tutta Europa».
La relatrice, la repubblicana francese Françoise Grossetête, vicepresidente del gruppo del Partito Popolare Europeo, ha fatto un intervento molto preoccupato: «Quando l’Organizzazione mondiale della sanità ci avverte che il mondo può sprofondare in un’era post-antibiotica, dove la resistenza agli antibiotici potrebbe causare ogni anno più morti del cancro, è giunto il momento di intraprendere un’azione forte e risolvere il problema alla radice. La lotta contro la resistenza agli antibiotici deve iniziare negli allevamenti. Con questo rapporto, vogliamo n particolare vietare l’uso puramente preventivo degli antibiotici, limitare il trattamento di massa a casi veramente particolari, vietare l’uso di antibiotici veterinari di fondamentale importanza per la medicina umana o porre fine alla vendita online di antibiotici, vaccini e prodotti psicotropi. Con queste misure, speriamo di ridurre la quantità di antibiotici che finiscono nel piatto dei consumatori. Tuttavia, non dobbiamo ridurre l’arsenale terapeutico dei veterinari. Sono professionisti responsabili ai quali dobbiamo dare fiducia. Sono nella posizione migliore per scegliere i trattamenti più adatti a seconda delle circostanze. Questo regolamento è fatto per facilitare il loro lavoro e non per regolamentare a oltranza una professione che dimostra già il suo attaccamento al rigore etico».
La Grossetête ha sottolineato che «C’è un vero problema di disponibilità dei farmaci sul mercato veterinario. Per salvaguardare la salute animale, bisogna migliorare la qualità dei trattamenti e ridurre l’uso dei farmaci senza autorizzazione di messa in commercio. Per farlo, è assolutamente necessario incoraggiare la ricerca e l’innovazione in questo settore. Il nostro rapporto è quindi molto ambiziosa su questo punto. Propone così di estendere alcuni periodi di esclusività commerciale, in particolare quelli dei farmaci destinati alle specie minori, per creare forti incentivi per la ricerca».
La relatrice se l’ è presa con le procedure amministrative, soprattutto per la farmacosorveglianza, definendole «un altro freno all’immissione sul mercato di prodotti innovativi». Su proposte della Commissione europea, sono state riviste queste disposizioni per mettere in piedi un nuovo sistema di farmacovigilanza più flessibile ed efficace e meno burocratico. La Grossetête è convinta che «Per esempio, delle procedure accelerate dovrebbero così permettere una reazione rapida dei laboratori in caso di epizoozia, senza d’altronde compromettere le nostre norme in materia di qualità e di sicurezza che tra le più elevate al mondo. Infine, questo nuovo regolamento deve prima di tutto essere al servizio degli allevatori e degli agricoltori, dei quali conosciamo le attuali difficoltà e che saranno i primi interessati da questo testo. Le regole di questa legislazione non puntano quindi a stigmatizzarli, ma aiutarli a curare meglio le loro mandrie. In particolare ho voluto garantire, insieme ai nostri colleghi della commissione AGRI e ai sindacati degli allevatori, che queste nuove regole siano applicabili sul terreno e non vadano ad aggiungersi al carico amministrativo sotto il quale stanno già cedendo».
La relatrice ha concluso: «Il principale impegno è triplo: protezione della salute animale e quindi della salute umana, lotta contro la resistenza antimicrobica e competitività dei nostri allevatori e della nostra industria dei farmaci veterinari, degli obiettivi che possono apparire contraddittori, ma che siamo riusciti perfettamente a conciliare in questo rapporto legislativo».
Secondo gli eurodeputati, «I medicinali veterinari non devono in nessun caso servire a migliorare le prestazioni o a compensare pratiche di allevamento inadeguate». Per questo chiedono di limitare l’uso profilattico degli antibiotici per i singoli animali (cioè come misura preventiva e in assenza di segni clinici d’infezione) e di attuarlo solamente quando è completamente giustificato da un veterinario».
Per aiutare a combattere la resistenza antimicrobica, la nuova normativa autorizza la Commissione europea a stabilire quali antimicrobici devono essere riservati esclusivamente al trattamento umano.
Per incoraggiare la ricerca di nuovi antimicrobici, i deputati propongono «L’uso di incentivi, come periodi più lunghi per la protezione della documentazione tecnica sui nuovi farmaci, protezione commerciale per i principi attivi innovativi e protezione per gli investimenti importanti nelle analisi condotte per migliorare un prodotto antimicrobico esistente o per tenerlo sul mercato».
Il Parlamento europeo ha approvato anche la relazione del socialista rumeno Claudiu Ciprian Tănăsescu che modifica un’altra legge per migliorare la procedura d’immissione sul mercato di medicinali a uso veterinario, che deve essere distinta da quella sui farmaci per gli esseri umani.
Tratto da
dell’11 Marzo 2016