Un nuovo parassita, Haplosporidium pinnae, ha provocato, prima in Spagna, Italia e Francia e ora in Grecia, una grave moria del più grande mollusco bivalve del Mediterraneo, la nacchera (Pinna nobilis). A rivelarlo è il recente studio “The cryptogenic parasite Haplosporidium pinnae invades the Aegean Sea and causes the collapse of Pinna nobilis populations” publicato su Invasive Alien Species (InvasiveNet) da un team di ricercatori delle università dell’Egeo e della Tessaglia e dell’Hellenic Center for Marine Research.
La Pinna nobilis contribuisce anche a ripulire l’acqua filtrando le particelle organiche ed è tra le specie protette dalle direttive dell’Unione europea. Come spiega una delle autrici dello studio,Maria Sini del Dipartimento di scienze marine dell’università dell’Egeo, «Il parassita Haplosporidium pinnae è arrivato nel 2016 nel Mediterraneo ».
La nacchera può superare 1 m di lunghezza e vivere fino a 45. Dal 2016 le sue popolazioni nel Mediterraneo occidentale (Spagna, Italia, Francia) hanno subito sostanziali flessioni con l’emergere del parassita Haplosporidium pinnae. Lo studio, rilanciato in Italia da Asap Life, sottolinea che «La sua origine è sconosciuta ma probabilmente è una specie introdotta che è arrivata molto recentemente».
Il team greco ha svolto ricerche su 13 siti nelle acque costiere dell’isola di Lesvos (Mar Egeo) e ha riportato un evento di mortalità di massa di nacchere, con morie che superano in media il 93% della popolazione, e dice che utilizzando test genetici e istologici, «E’ stato confermato che questo evento di mortalità di massa era dovuto al parassita H. pinnae che è riuscito a invadere il Mar Egeo, due anni dopo il suo arrivo nel Mediterraneo occidentale.
La Sini non nasconde la sua preoccupazione: «La Pinna nobilis è una specie endemica che si trova solo nel Mar Mediterraneo. Quindi, il recente declino su larga scala delle popolazioni di nacchere può potenzialmente portare a una completa estinzione di questo animale. E’ necessaria una stretta collaborazione tra autorità locali, scienziati, stakeholders e subacquei sportivi che agiscono come citizen scientist per affrontare questa minaccia critica, attraverso il rilevamento e la protezione efficace delle popolazioni naturali resistenti al parassita».
Un altro autore della ricerca, Vasileios Bakopoulos dell’università dell’Egeo, spiega come Haplosporidium pinnae attacca la Pinna nobilis: «La distruzione della ghiandola digestiva delle nacchere e da parte del parassita e l’assenza di reazioni del tessuto ospite sono le caratteristiche eminenti e allarmanti dell’istopatologia della malattia. Al fine di fornire strumenti per la protezione e la conservazione delle specie, dovrebbero essere identificate le popolazioni di nacchere con resistenza naturale al parassita e chiarire i fattori che influenzano lo sviluppo della malattia».
L’esistenza di una popolazione sana nell’area di studio dà motivo di speranza per la sopravvivenza della specie. Il principale autore dello studio, Stelios Katsanevakis, anche lui del Dipartimento di scienze marine dell’università dell’Egeo, conclude:«Abbiamo bisogno di approfondire i fattori che influenzano la capacità del parassita di causare la mortalità delle nacchere, e quindi di prevedere la distribuzione spaziale delle popolazioni sane. Per garantire la conservazione della specie, sono necessarie misure urgenti per proteggere rigorosamente le restanti popolazioni sane.